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I CONSIGLI DEL MEDICO
Tumori femminili

Tumori femminili: controlli che salvano la vita

Le patologie oncologiche femminili rappresentano una delle più rilevanti sfide per la salute medicina moderna.

Tuttavia, pratiche di screening e controlli regolari permettono di intercettare tumori in fase precoce, migliorando significativamente le possibilità di guarigione e riducendo la mortalità. Questo articolo esplora i principali controlli raccomandati per le donne, e spiega quando e come effettuarli per massimizzare l’efficacia della prevenzione.

Il tumore femminile più frequente: Cancro al seno

Il tumore al seno è il più diffuso tra le neoplasie femminili e una delle maggiori cause di morte per tumore nelle donne. 

Lo screening mammografico ben condotto è in grado di ridurre la mortalità di oltre il 30 % nelle donne che tra i 50 e i 69 anni lo effettuano ogni 2 anni.
Le linee guida del 2024 “Italian guidelines for age range and test interval in breast cancer screening programmes: GRADE-ADOLOPMENT of the European guidelines” raccomandano: 

  • Donne tra i 45 e i 49 anni: l’intervallo consigliato può essere ogni 1 o 2 anni.
  • Donne tra i 50 e i 69 anni: Mammografie ogni 2 anni (forte raccomandazione). 
  • Donnetra i 70 e i 74 anni:  Ogni 3 anni.

Oltre alla mammografia, è consigliabile controllare il proprio seno tramite l’autoesame mensile: ciò non sostituisce lo screening radiologico, ma favorisce familiarità con la propria conformazione mammaria e consente di segnalare cambiamenti al medico. 

Tumore della cervice uterina, screening e HPV

Il tumore della cervice uterina è strettamente correlato all’infezione persistente da HPV (Human Papilloma Virus). 

Negli ultimi anni, molti paesi, inclusa l’Italia, hanno modificato il protocollo di screening passando dal Pap test al test HPV come test primario per le donne tra i 30 e i 64 anni.
Per le donne tra i 25 e i 29 anni invece il Pap test (citologia) viene mantenuto come test di primo livello. il consenso italiano raccomanda che le donne non vaccinate continuino con il protocollo standard, mentre per le donne vaccinate (contro HPV) il protocollo può essere rivisto con criteri di rischio. 

Il test HPV, se negativo, viene ripetuto con intervallo di 5 anni per le donne tra i 30 e i 64 anni.
In caso di positività al test HPV, si procede con citologia di triage per identificare lesioni ad alto rischio.

Questo cambiamento verso lo screening HPV ha lo scopo di aumentare la sensibilità nel rilevare lesioni precancerose e ridurre la frequenza dei test per donne a basso rischio. 

Tumori, controlli integrativi per le donne

Oltre ai tumori al seno e al collo dell’utero, vi sono altri tumori femminili per i quali non esiste un programma di screening di massa universalmente accettato, ma che possono essere valutati in particolari condizioni o in presenza di fattori di rischio.

  • Tumore ovarico o endometriale: Non esiste un test di screening efficace e validato per il tumore ovarico nella popolazione generale. Alcuni gruppi ad alto rischio (mutazioni BRCA1/2, storia familiare) possono essere indirizzati a sorveglianza con ecografie transvaginali e marcatori ematici. Per il tumore dell’endometrio, il controllo clinico periodico con attenzione a sintomi (sanguinamenti, alterazioni mestruali) è un approccio ragionevole.
  • Tumore colorettale: Anche se non è un tumore esclusivamente femminile, il carcinoma colorettale è rilevante per le donne. In Italia è presente un programma di screening e l’adesione è parte integrante della prevenzione oncologica complessiva. 
  • Controlli personalizzati: L’approccio della medicina basata sul rischio personalizzato come valutazione del rischio genetico, della storia familiare e della densità mammaria sta guadagnando terreno per modulare la frequenza e l’intensità dei controlli, evitando esami inutili in soggetti a basso rischio e intensificando la sorveglianza in soggetti ad alto rischio.

Quali sono gli esami di screening per i tumori?

In sintesi, per le donne di età medio-adulta con rischio nella norma, è consigliabile:

Organo / areaEsame raccomandatoEtà / intervallo tipico*
Seno (mammella)Mammografia (programmi organizzati)50–69 anni ogni 2 anni; 70–74 ogni 3 anni (condizionato) 
Collo dell’uteroTest HPV primario (con triage citologico)30–64 anni ogni 5 anni 
Collo dell’utero (25–29)Pap test (citologia)Ogni 3 anni (variabile in base a linee regionali)
Colon-rettoTest fecale + colonscopia se positivoin età target del programma nazionale (differente regione per regione)

Le età e gli intervalli possono variare secondo le direttive regionali e l’aggiornamento periodico nazionale ed europeo. Lo sviluppo futuro dei programmi di screening tende verso:

  • Personalizzazione del piano di screening in base al rischio individuale.
  • Uso di algoritmi e intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e ridurre i falsi positivi nello screening mammografico.
  • Estensione o modifica degli intervalli screening in fasce di età estese (es. oltre 74 anni) secondo prognosi individuali.
  • Miglioramento dell’adesione ai programmi di screening, in particolare nelle regioni con tassi di partecipazione più bassi.

Quali sono i sintomi dei tumori ginecologici?

Anche se l’obiettivo cardine dello screening è la diagnosi precoce in fase asintomatica, è fondamentale conoscere i segnali che dovrebbero spingere a valutazioni immediate. Tra questi:

  • Perdite vaginali anomale come sanguinamenti vaginali al di fuori del ciclo, in post-menopausa e spotting persistente.
  • Dolore pelvico o addominale inspiegato che persiste.
  • Distensione o gonfiore addominale persistenti.
  • Cambiamento della funzione intestinale o urinaria con stipsi, diarrea o scorretto controllo della vescica.
  • Disfunzioni sessuali e/o dolore durante i rapporti sessuali.
  • Perdita di peso immotivata.

Se compaiono uno o più di questi sintomi, è opportuno consultare un ginecologo per approfondimenti diagnostici come esami ecografici, valutazione endometriale, esami ematici.

Un passo concreto per la prevenzione dei tumori femminili

L’adozione regolare dei controlli raccomandati offre una delle migliori strategie per ridurre la mortalità da tumore nelle donne. La prevenzione attiva, la conoscenza dei segnali d’allarme e la partecipazione ai programmi di screening sono strumenti concreti per agire prima che il problema si manifesti, per questo consigliamo di rivolgersi ad un medico nel caso in cui si presentino delle sintomatologie sospette e di eseguire sempre i controlli periodici consigliati.Un sistema sanitario che realizzi efficacemente campagne organizzate, garantisca l’accesso equo agli esami e valorizzi l’educazione sanitaria può davvero trasformare ciascun controllo in una possibilità di salvezza.
Lo scenario futuro va verso la prevenzione personalizzata, con strumenti diagnostici più intelligenti, protocolli modulati in base al rischio e un’adesione diffusa.