Terapie per la disbiosi intestinale
La peristalsi permette la propulsione del contenuto intestinale e di conseguenza limita l’eccessiva crescita delle specie batteriche, mentre la stasi intestinale può modificare quotidianamente e qualitativamente la microflora intestinale.
Il naturopata, osteopata Heilpraktiker F.L. Adamski sostiene che il benessere psicofisico si ottiene con una giusta alimentazione ma, prima di ciò, il tubo digerente deve essere libero dalle scorie in eccesso e qui di seguito spieghiamo la sua teoria.
Il tubo digerente è un regolatore di altissima precisione, se ciò non fosse il nostro peso e la composizione del nostro sangue cambierebbero di continuo.
Per correggere eventuali squilibri deve portare a termine due operazioni.
Il Transito: si tratta di evacuare tutti gli elementi superflui o nocivi assorbiti alimentandosi, ossia liberarsi dei rifiuti.
Il transito è “un’operazione verticale”, che va dalla bocca del retto permettendo di scendere lungo i circa 12 mt dell’intestino e facendoli così passare attraverso i vari organi incaricati di trasformarli, di dissolverli e di filtrarli per eliminare alla fine soltanto i rifiuti, le tossine ed i grassi nocivi.
Assimilazione/eliminazione: da una parte è in gioco la necessità che tutto l’organismo tragga profitto dagli alimenti ingeriti per via orale, alimenti necessari per la vita.
Questa assimilazione è “un’operazione orizzontale” che va dall’interno verso l’esterno del cibo digerente.
Attraverso piccoli orifizi filtranti situati lungo il tubo, le vitamine, i minerali, gli oligoelementi ed i grassi buoni contenuti negli alimenti, passano nel sangue e vanno a nutrire tutte le cellule dell’organismo.
Questo flusso orizzontale è però a doppio senso, dall’esterno all’interno del tubo differente si produce infatti l’eliminazione, altra funzione essenziale del tubo digerente.
In effetti questi stessi orifizi, prima menzionati, consentono anche l’evacuazione verso il tubo di tossine presenti, per svariate ragioni, nelle cellule del sangue.
I due passaggi, l’uno verticale, il secondo orizzontale, attraverso il tubo digestivo, sono intimamente legati.
Se in uno si verifica una disfunzione, di conseguenza si constata una anomalia anche all’altro, si innesca cosi un circolo vizioso.
Quando il transito non procede in modo giusto, le materie assorbite si accumulano lungo il tubo, lo “incrostano”, tappano così gli orifizi e impediscono sia l’assimilazione che l’eliminazione.
Se l’eliminazione non funziona bene, tutti gli elementi che dovrebbero defluire nel sangue attraverso gli orifizi, rimangono nel tubo digerente e finiscono per intasarlo impedendo il transito.
Una cattiva digestione, vale a dire un problema di transito e di conseguenza di assimilazione/eliminazione può avere effetti negativi su tutto il corpo poiché ciò che assorbiamo influisce direttamente sugli organi emuntori attraverso i quali eliminiamo i rifiuti e quanto è superfluo.
Quando i piccoli orifizi situati lungo il tubo sono “incrostati” il sangue non è più adeguatamente “irrigato”.
Le vitamine, i minerali, gli oligoelementi, i “grassi buoni” non riescono più a passare nel sangue e questo si impoverisce creando carenze nutritive all’organismo, si instaura uno squilibrio.
Le tossine presenti nel sangue, provengono esse dall’esterno tramite la respirazione o siano state prodotte spontaneamente dalle cellule sanguigne, non sono più eliminabili con la digestione, ma rimangono in stoccaggio, ammassate, e quindi intossicano l’organismo.
A questo proposito si presenta il caso del colesterolo.
Sappiamo tutti che l’organismo ha necessità di colesterolo “buono”.
Se le cellule del sangue non lo ricevono più tramite l’alimentazione e l’assimilazione, una reazione cosiddetta di sopravvivenza fa sì che siano le stesse cellule a produrlo.
Il colesterolo così prodotto non potendo essere eliminato attraverso la via digestiva, si accumula nelle cellule, aumenta la quantità e si arriva alla ipercolesterolemia.
È del tutto inutile eliminare i grassi dai nostri pasti, dato che verranno comunque prodotti dal sangue stesso e poi saranno eliminati.
Quando il transito è rallentato e le sostanze ristagnano nel tubo si avranno tutti i problemi di assimilazione menzionati in precedenza e conseguenze sugli organi emuntori.
Si hanno anche problemi meccanici che riguardano essenzialmente il dorso e la circolazione del sangue.
Il tubo digerente, la cui lunghezza è di circa 12mt, non penzola nel vuoto, ma si aggrappa tramite speciali collegamenti, a determinate parti ossee, in special modo a quelle vertebrali.
Quando non funziona bene, esso subisce variazioni di peso e di volume che creano tensioni a livello delle parti ossee in questione.
Qualsiasi movimento falso o uno sforzo che vanno a sollecitare la colonna vertebrale possono creare piccole catastrofi quali lombalgie, torcicollo, sciatica.